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N03 - Alla mia pensione ci penso io

N03 - Alla mia pensione ci penso io

€ 149.00

€ 149.00
Apple fino al Marzo del 2004 ha quotato non più di 12 dollari. Al momento di scrivere (10 giugno 2011) quota 325,90 dollari. Chi ne avesse comperate 1.000 allora, dopo sette anni avrebbe guadagnato 313.000 dollari con un rendimento annuo del 60%. Anche se fosse stata comperata 10 anni prima, il rendimento sarebbe stato lo stesso sontuoso.
Lo so che non è facile come pelare una banana, ma nessun fondo è capace di fare altrettanto, se non altro per problemi cosiddetti di compliance.
La domanda è allora: si poteva prevedere?
La risposta è: sì. Non il quanto preciso, ma che sarebbe salita molto bene, sì.

La ragione è che quando quotava 12 dollari ne aveva a bilancio 10 di liquidità, e quindi tutta l’attività industriale di Apple la si comperava per 2 dollari.
Questa mia newsletter cerca situazioni estreme ma a bassissimo rischio di questo tipo, e non ci interessa quanto tempo occorrerà per realizzare le nostre aspettative: tanto questi titoli saranno ciò che accantoneremo per la nostra pensione. Queste situazioni le cercherò non dando retta alle opinioni, specie quelle dei brokers e degli economisti, ma cercando bene con un modello proprietario cosa c’è scritto in bilancio: numeri, non news.

Tutte le settimane nella vostra casella di posta una e-mail con una serie di titoli selezionati in analisi fondamentale dalla Borsa di New York.
Gli abbonati a questa newsletter hanno potuto verificare che la performance del portafoglio “Alla mia pensione ci penso io” è stata del +144% in 1 anno dal 4 Gennaio 2013 al 3 Gennaio 2014, contro Nasdaq + 33%, DJ +22%, S&P +25%.
Ciò senza far nulla: comperando, tenendo (buy & hold) e non preoccupandosene più. Ma non è tutto: per diminuire l’ammontare dell’investimento si sarebbero potuti usare i CFD azionari, e si calcola facilmente che in questo modo, grazie all’effetto leva, il ritorno base anno sarebbe stato di oltre l’800% al netto dei costi per commissioni, interessi e perdite sul cambio.

Lo scopo principale delle uscite settimanali è la creazione di un portafoglio possibilmente vario e articolato. Quando si crea un portafoglio è sempre preferibile dimensionarlo in modo da avere un certo numero di titoli, soprattutto per il fatto di minimizzare e compensare le eventuali perdite.
Se un titolo crolla per qualsiasi motivo, un conto è avere solo quel titolo, un altro è che quel particolare titolo sia l’unico a scendere in un portafoglio di 10. Nel secondo caso la perdita sarà compensata dagli altri titoli.
Una possibile tattica è quella di mettere uno stoploss ad una certa distanza dal valore, per esempio il 30%: in questo modo i titoli che “impazziscono” si autoescluderanno dal portafoglio. Quel possibile 20%-30%-40% sarà calibrato in base alla propria propensione al rischio, ma si può evitare di impostarlo automaticamente e eseguirlo personalmente quando si accede settimanalmente al portafoglio per aggiungere i titoli della nuova uscita che riceverà ogni sette giorni: controllo del portafoglio, chiusura di eventuali posizioni e apertura delle nuove posizioni.
Ed è proprio la filosofia su cui si basano le newsletter settimanali: entrare in posizione e occuparsene solo ad ogni nuova uscita.
I valori di S/L inseriti nella newsletter seguono le specifiche standard delle unit size e sono stati messi sostanzialmente per chi vuole provare a gestire i titoli con limiti validi per il breve termine, ma come consigliato nella stessa newsletter, il protocollo da seguire è un altro: esattamente il buy&hold.
Per quanto riguarda il capitale da investire tenete presente che la marginazione e i CFD permettono di dividere il valore dell’investimento per un fattore che arriva fino a 10, quindi è possibile aumentare di molto il numero di titoli su cui investire.

Potete pagare con PayPal, confermare l’avvenuta iscrizione a renato.dilorenzo1@gmail.com e inviare i dati fiscali per l’emissione della fattura.
In alternativa potete anche eseguire un bonifico chiedendo prima le coordinate bancarie allo stesso indirizzo e-mail.


Novità, abbonamento mensile!
Come ulteriore alternativa è disponibile il pagamento mensile su Carta di Credito o su conto PayPal che permette di gestire comodamente i rinnovi in modo automatico e può essere disdetto in qualsiasi momento senza ulteriori addebiti.
Per chi sceglie questo metodo di pagamento la tariffa è di € 50.00 mensili.

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€ 149.00

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Apple fino al Marzo del 2004 ha quotato non più di 12 dollari. Al momento di scrivere (10 giugno 2011) quota 325,90 dollari. Chi ne avesse comperate 1.000 allora, dopo sette anni avrebbe guadagnato 313.000 dollari con un rendimento annuo del 60%. Anche se fosse stata comperata 10 anni prima, il rendimento sarebbe stato lo stesso sontuoso.
Lo so che non è facile come pelare una banana, ma nessun fondo è capace di fare altrettanto, se non altro per problemi cosiddetti di compliance.
La domanda è allora: si poteva prevedere?
La risposta è: sì. Non il quanto preciso, ma che sarebbe salita molto bene, sì.

La ragione è che quando quotava 12 dollari ne aveva a bilancio 10 di liquidità, e quindi tutta l’attività industriale di Apple la si comperava per 2 dollari.
Questa mia newsletter cerca situazioni estreme ma a bassissimo rischio di questo tipo, e non ci interessa quanto tempo occorrerà per realizzare le nostre aspettative: tanto questi titoli saranno ciò che accantoneremo per la nostra pensione. Queste situazioni le cercherò non dando retta alle opinioni, specie quelle dei brokers e degli economisti, ma cercando bene con un modello proprietario cosa c’è scritto in bilancio: numeri, non news.

Tutte le settimane nella vostra casella di posta una e-mail con una serie di titoli selezionati in analisi fondamentale dalla Borsa di New York.
Gli abbonati a questa newsletter hanno potuto verificare che la performance del portafoglio “Alla mia pensione ci penso io” è stata del +144% in 1 anno dal 4 Gennaio 2013 al 3 Gennaio 2014, contro Nasdaq + 33%, DJ +22%, S&P +25%.
Ciò senza far nulla: comperando, tenendo (buy & hold) e non preoccupandosene più. Ma non è tutto: per diminuire l’ammontare dell’investimento si sarebbero potuti usare i CFD azionari, e si calcola facilmente che in questo modo, grazie all’effetto leva, il ritorno base anno sarebbe stato di oltre l’800% al netto dei costi per commissioni, interessi e perdite sul cambio.

Lo scopo principale delle uscite settimanali è la creazione di un portafoglio possibilmente vario e articolato. Quando si crea un portafoglio è sempre preferibile dimensionarlo in modo da avere un certo numero di titoli, soprattutto per il fatto di minimizzare e compensare le eventuali perdite.
Se un titolo crolla per qualsiasi motivo, un conto è avere solo quel titolo, un altro è che quel particolare titolo sia l’unico a scendere in un portafoglio di 10. Nel secondo caso la perdita sarà compensata dagli altri titoli.
Una possibile tattica è quella di mettere uno stoploss ad una certa distanza dal valore, per esempio il 30%: in questo modo i titoli che “impazziscono” si autoescluderanno dal portafoglio. Quel possibile 20%-30%-40% sarà calibrato in base alla propria propensione al rischio, ma si può evitare di impostarlo automaticamente e eseguirlo personalmente quando si accede settimanalmente al portafoglio per aggiungere i titoli della nuova uscita che riceverà ogni sette giorni: controllo del portafoglio, chiusura di eventuali posizioni e apertura delle nuove posizioni.
Ed è proprio la filosofia su cui si basano le newsletter settimanali: entrare in posizione e occuparsene solo ad ogni nuova uscita.
I valori di S/L inseriti nella newsletter seguono le specifiche standard delle unit size e sono stati messi sostanzialmente per chi vuole provare a gestire i titoli con limiti validi per il breve termine, ma come consigliato nella stessa newsletter, il protocollo da seguire è un altro: esattamente il buy&hold.
Per quanto riguarda il capitale da investire tenete presente che la marginazione e i CFD permettono di dividere il valore dell’investimento per un fattore che arriva fino a 10, quindi è possibile aumentare di molto il numero di titoli su cui investire.

Potete pagare con PayPal, confermare l’avvenuta iscrizione a renato.dilorenzo1@gmail.com e inviare i dati fiscali per l’emissione della fattura.
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N02 - Newsletter Elettra

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€ 230.00

Newsletter ELETTRA. Non è possibile possedere Elettra. È solo possibile utilizzare i suoi risultati, diffusi in una newsletter settimanale divisa in sezioni: • azioni Italia, • azioni Europa, • azioni USA, • forex, • indici di borsa, • bund, • petrolio • oro. Per ogni security individuata da Elettra, vengono indicati: • prezzo massimo di acquisto per le posizioni long e prezzo limite di vendita per le posizioni short; • livello dello stop loss; • due livelli di take profit (il primo diventa lo stop loss se viene superato); • unit size (dimensione relativa dell’investimento) Un mix di proposte che può accontentare anche l'investitore più esigente.


La tabella che segue è un consuntivo delle performance (al 12 gennaio 2015) di Elettra, partendo dal momento in cui gli asset presenti nel portafoglio vi sono stati inseriti.
Si è voluto capire se le capacità di Elettra di “azzeccare” l’asset da inserire in portafoglio e la posizione da prendere (long o short) sono state corrette.
Tener conto degli eventuali movimenti suggeriti ogni settimana, della cattura di stop loss e del raggiungimento di take profit sarebbe stato troppo complesso in rapporto al risultato che si desiderava raggiungere (assessment della bontà previsiva), sapendo anche che i singoli trader quanto alla gestione del portafogli sono sempre molto indisciplinati, e quindi ciò che più conta per loro è avere la “dritta” giusta.
E in ciò possiamo dire che Elettra è piuttosto brava.
Il rapporto costo/beneficio dell’abbonamento è quindi piuttosto conveniente.




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La tabella che segue è un consuntivo delle performance (al 12 gennaio 2015) di Elettra, partendo dal momento in cui gli asset presenti nel portafoglio vi sono stati inseriti.
Si è voluto capire se le capacità di Elettra di “azzeccare” l’asset da inserire in portafoglio e la posizione da prendere (long o short) sono state corrette.
Tener conto degli eventuali movimenti suggeriti ogni settimana, della cattura di stop loss e del raggiungimento di take profit sarebbe stato troppo complesso in rapporto al risultato che si desiderava raggiungere (assessment della bontà previsiva), sapendo anche che i singoli trader quanto alla gestione del portafogli sono sempre molto indisciplinati, e quindi ciò che più conta per loro è avere la “dritta” giusta.
E in ciò possiamo dire che Elettra è piuttosto brava.
Il rapporto costo/beneficio dell’abbonamento è quindi piuttosto conveniente.




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